sabato 19 dicembre 2009

Blocco nazionale per la rivolta sociale
di Nicola Cospito

Scrivevamo qualche giorno fa che il patto operativo tra Movimento Nazional Popolare e Forza Nuova costituisce il fatto nuovo che può finalmente permettere allo schieramento alternativo un ritorno da protagonista sulla scena della politica italiana.
Non si tratta di un'affermazione di principio o semplicisticamente propagandistica, ma un dato oggettivo determinato da alcune circostanze che sono sotto gli occhi di tutti.
Con l'ingresso definitivo di Storace e della Fiamma Tricolore nel circo berlusconiano, per quello che possono realisticamente contare, a fare opposizione in modo chiaro e determinato al governo di centro-destra e al sistema liberalcapitalista rimangono sul nostro versante appunto solo FN e il MNP con il loro patto operativo al quale si stanno via via avvicinando altri gruppi come i circoli di Area Destra e di Nuova Destra Sociale. Si va dunque delineando in maniera più chiara la possibilità di definire nei prossimi mesi un Blocco Nazionale capace di attrarre gli spezzoni residui della diaspora causata dagli errori di Pino Rauti a partire dal 1999 e di avviare una nuova coesione, orientata a costituire il Movimento Unitario da tanti atteso e sollecitato.
Per raggiungere questo obiettivo che non può che essere il punto di partenza di un'azione politica a tutto campo, è necessario che anche i più riottosi e i più scettici escano finalmente allo scoperto e diano la loro adesione in tempi rapidi. Lo spazio politico è enorme e va riempito in modo veloce ed efficace. Da lavorare ce n'è per tutti e ogni militante, ovunque disperso, può farsi centro di attrazione di nuove energie per organizzare gruppi, circoli, sezioni anche nei paesi più piccoli della penisola. La nostra volontà è di costituire il partito di tutti e questa è la strada che tutti siamo obbligati a percorrere se vogliamo contare. Ritornare a contare. Non basta più infatti chiudersi nelle proprie comunità militanti che, magari autogratificanti, restano comunque ininfluenti sul piano politico. E del resto, si può continuare a lavorare in maniera autonoma ma anche partecipare ad un progetto più ampio che non può non nutrirsi delle iniziative parallele che proprio le comunità militanti possono gestire. Vale a dire che le nostre idee, che costituiscono la nostra ricchezza, non ce le dobbiamo tenere per noi, ma vanno propagandate all'esterno, cioè all'interno della società civile.
Un esempio: Che significato può avere limitarsi a fare delle conferenze, magari bellissime, quando poi il mondo avversario ci impone il Trattato di Lisbona e altri misfatti legislativi dello stesso calibro ? Che significato ha parlare di identità nazionale ed europea quando poi restiamo nelle mani dei massoni di Strasburgo e Bruxelles ?
L'azione politica per noi non è una scelta tra tante, ma un dovere morale, un imperativo categorico direbbe Immanuel Kant, un dovere dal quale non possiamo disertare.
Conosciamo le difficoltà, sono tante. Sappiamo degli sbarramenti e delle leggi elettorali truccate. Se però, anche a partire dalle prossime elezioni regionali, riusciremo a dare un segnale di crescita, sarà un fatto importante di cui saranno in molti a discutere. L'errore di Alternativa Sociale, fu, dopo aver totalizzato l'1,2 % dei voti nelle elezioni del 2005, di non tesorizzare il risultato raggiunto e continuando ad agire tra la gente sulla linea della protesta sociale. Continuando, molti elettori, invece di andare ad ingrossare le fila degli astenuti, avrebbero avuto e ci avrebbero dato una chance.

Per questo, siamo e restiamo una forza di opposizione. A ben guardare, ripeto, l'unica. Sappiamo che anche tra noi non siamo tutti uguali e conosciamo sfumature e differenze, ideologiche e psicologiche. Perchè, nel Fascismo non c'erano ? Qualcuno vorrebbe farci credere che Evola, Spirito, Gentile, Bottai, Preziosi ecc. fossero tutti sulla stessa linea di pensiero ? Certamente lo erano su quella dell'azione. E allora ?
E allora, diamoci da fare, costruiamo tutti insieme l' opposizione. Ci siamo liberati di tanti imbecilli e adesso l'occasione è ghiotta.

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